giovedì 24 gennaio 2008

Attese Deluse dal Governo Prodi

Con la vittoria del centro sinistra, speravamo nel cambiamento promesso solennemente nella campagna elettorale. Ci aspettavamo una discontinuità nella politica estera, in particolar modo nei rapporti tra l’Italia e i Paesi del corno d’Africa e sulla cooperazione internazionale. Il tema dei diritti civili e umani in Italia e fuori dei confini, con la esternalizzazione dei confini europei verso i paesi del mediteranno che ha prodotto più di 60,000 detenuti nella sola Libia, grazie anche a degli accordi bilaterali firmati anche da questo governo, senza tener conto delle violazioni dei diritti umani e civili perpetrati dai Paesi in questione, per altro denunciati a più riprese da organismi internazionali come Amnesty, UNHCR e altre organizzazioni come Fortress Europe e Agenzia Habeshia Oggi ci chiediamo che fine abbiano fatto i tanti buoni propositi sull’eliminazione della legge Bossi-Fini e la nascita di una nuova legge più giusta e rispettosa della persona?. Sulla questione cittadinanza dei bambini nati nel territorio dello Stato Italiano da genitori stranieri, considerati stranieri fino al compimento del 18° anno d’età, si era detto di fare una modifica dell’attuale “ius sanguinis' allo 'ius solis”. Riconoscimento di cittadinanza a stranieri regolarmente residenti in Italia: oggi sono richiesti 10 anni di residenza, un reddito al di sopra della soglia minima e cinque anni di contributi versati al fondo pensionistico. Si era parlato di ridurre gli anni di residenza da 10 a 6. Ci aspettavamo una legge organica sul diritto d’asilo politico: sappiamo che ci sono varie proposte di legge, ma tutte arenate in Parlamento. La riforma costituzionale che permetta il diritto di voto agli immigrati regolari. La questione sociale che riguarda sia gli italiani sia gli stranieri: dalla precarietà all’emergenza abitativa, dalla sicurezza, di cui spesso sono vittime le comunità di stranieri per l’uso strumentale dell’argomento sicurezza, ad una serie di discriminazioni, dalla burocrazia soffocante dei permessi di soggiorno con i tempi d’attesa biblici, ad una giustizia iniqua, data dalla mancanza di pari opportunità. Una riforma carceraria: oggi il carcere è un luogo di vendetta dello stato non un luogo di recupero di chi ha commesso un reato. Sia i detenuti che il personale sono sottoposti ad una condizione di vita infernale; a testimonianza di ciò ci sono i suicidi non solo verificatesi tra i detenuti, ma anche tra la polizia penitenziaria. Quelli appena esposti sono alcuni punti su cui avevamo riposto la nostra fiducia su questo esecutivo, oggi siamo delusi dal mancato atto di civiltà giuridica che ci aspettavamo da questo parlamento. Oggi viviamo in una Italia resa insicura dalla precarietà del lavoro e la povertà che aumenta grazie all’intervento di molti pronti a fare dello sciacallaggio politico, alimentando così la guerra tra i poveri e fomentando sempre più l’intolleranza verso lo straniero.

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