martedì 9 giugno 2009

Musicisti Senza Frontiere un movimento per i diritti umani

All'iniziativa hanno aderito grandi personalita' del mondo della Musica Un nuovo movimento della società civile si presenta nell’orizzonte culturale internazionale “Musicisti senza frontiere” per iniziativa di celebrati musicisti internazionali molti dei quali appartenenti a prestigiose orchestre che per la prima volta si uniscono per fare fronte comune per salvaguardare i diritti umani molto spesso messi in serio pericolo nonostante i trenta articoli de “ La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” approvata all’ONU il 10 dicembre 1948. Il ”manifesto” programmatico è stato presentato qualche settimana fa a Palazzo Madama per merito di Pietro Marcenaro presidente della Commissione Straordinaria per i Diritti Umani del Senato che ha ospitato ed introdotto gli interventi di alcuni dei promotori del movimento: Shizuo Matsumoto, docente di Human Rights presso la Ryukoku University di Shiga in Giappone, Alessio Allegrini, primo corno dell’orchestra della Lucerne Festival Orchestra, dell’Orchestra Mozart di Bologna e dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Ramzi Aburedwan, viola della West Eastern Divan Orchestra e presidente dell’associazione Al Kamandjati di Ramallah, Johanee Jesus Gonzales Seijas, primo contrabbasso dell’Orchestra Mozart di Bologna e il critico musicale Guido Barbieri E’ stato posto l’accento sui motivi che hanno spinto alla creazione di questo movimento affermando con forza la consapevolezza che le varie forme d’arte hanno una grande potenzialità di comunicazione e possono quindi creare “una nuova coscienza sociale” e in particolare la musica grazie alla capacità di comunicare senza parole che la rende uno strumento universale ed estremamente efficace nella diffusione delle idee. Al comitato d’onore di questo nuovo movimento hanno aderito molte personalità del mondo della musica molte delle quali spesso in prima linea per denunciare le storture e le atrocità della nostra epoca che rispondono ai nomi di Claudio Abbado, Antonio Abreu, Martha Argerich, Daniel Baremboim, Giorgio Battistelli, Jiulian Fifer, Hélène Grimaud e Diego Matheuz. I musicisti che hanno aderito e che provengono da diversi paesi come l’Italia, il Giappone, la Palestina, il Venezuela, la Slovacchia, la Francia e la Svizzera e per attuare questi principi hanno dato vita ad un’orchestra la Human Rights Orchestra H.R.O. L' Orchestra ha come presupposto la condivisione degli ideali su cui è nato il movimento e lega l’attività concertistica unicamente a difendere e promuovere i diritti umani per questo la prestazione professionale è completamente gratuita in quanto i guadagni saranno impiegati per l’attuazione concreta dell’attività. E’ una nobile iniziativa che, ci auguriamo, ma ne ha tutte le prerogative, si sviluppi e coinvolga progressivamente tutto il mondo. A suggello di tutto vogliamo citare quanto scritto da Shizuo Matsumoto che riprendeva un pensiero di Pablo Casals, mitico violoncellista catalano, che affermava: "l’arte e la vita sono intimamente legate, tanto che è impossibile stabilire una separazione tra l’una e l’altra […] per divenire un artista di una certa levatura, occorre riuscire a comprendere pienamente l’uomo, e che non c’è figura al mondo che debba nutrire un maggiore interesse per la difesa e la ricerca della libertà di quanto debba farlo l’artista". Claudio Listanti claudio.listanti@voceditalia.it http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=34188&titolo=Musicisti%20Senza%20Frontiere%20un%20movimento%20per%20i%20diritti%20umani

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