mercoledì 25 novembre 2009

Jus Soli in un paese Civile, ma in Italia NO.

Immigrati/Da Cie a carceri,odissea di 28enne 'senza cittadinanza' Garante detenuti Lazio: Emblema delle difficoltà delle leggi Roma, 25 nov. (Apcom) - Non è cittadino italiano perché nato in Italia da genitori rom di origine bosniaca, ma non è neppure cittadino bosniaco, perché l'ambasciata di quel Paese rifiuta di riconoscerlo essendo nato fuori dai confini nazionali. E così un giovane di 28 anni è costretto a passare un anno fra Centri di identificazione e espulsione (Cie) e carceri perché 'impossibilitato' a dare seguito all'ordine di espulsione dall'Italia. La vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. N.G., protagonista della vicenda, nasce ad Aversa, dove i genitori rom di origine bosniaca sono arrivati dopo lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia. Arrestato per furto, il giovane viene condannato a 8 mesi di detenzione. Scontata la pena viene trasferito nel Cie di Ponte Galeria, a Roma, dove in sei mesi di trattenimento non si riesce ad espellerlo perché l'ambasciata della Bosnia non lo riconosce come cittadino. Il giovane lascia quindi il Cie con un foglio di via e l'invito a lasciare il territorio italiano entro 5 giorni, ma non può farlo perché non saprebbe dove andare visto che la Bosnia non lo considera suo cittadino. Fermato dalla polizia dopo pochi giorni per "mancata ottemperanza al decreto di espulsione", viene condannato e riportato in carcere e da qui, presumibilmente, a fine pena di nuovo in un Cie dove, dopo altri sei mesi, riceverà un nuovo foglio di via¿ Il tutto senza soluzione di continuità. "Quello che denunciamo non è un caso limite - commenta Marroni - ma l'emblema delle difficoltà pratiche che esistono nell'applicare le normative di contrasto all'immigrazione irregolare e clandestina. Magari le leggi, per essere efficaci, dovrebbero essere seguite da intese e trattati con i Paesi esteri maggiormente interessati per evitare, ancora una volta, di risolvere un fenomeno di rilevanza sociale ed economica come l'immigrazione facendo ricorso al carcere". http://www.apcom.net/newscronaca/20091125_212301_52e1a0e_77097.html

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