venerdì 4 dicembre 2009

Gli eritrei a Tuturano prima assistiti e poi abbandonati

Giovedì 03 Dicembre 2009 Brindisi – Senza acqua, senza corrente elettrica, senza riscaldamento, senza servizi igienici. Sono circa quindici gli extracomunitari di nazionalità Eritrea che vivono in queste condizioni in un’ex casa coloniale in campagna in via Leonardo Leo a Tuturano. Fino a un paio di anni fa erano assistiti dai volontari della Caritas e dai parrocchiani della Chiesa Santissima Maria Addolorata nonché dallo stesso parroco don Francesco Funaro, oggi sono completamente soli. Non hanno nessun punto di riferimento. Le istituzioni hanno dimenticato che in quel di Tuturano nel 2004 fu assegnata (in via del tutto ufficiosa) una casa, oggetto di confisca, destinata ad accogliere gli eritrei presenti nella piccola frazione a sud di Brindisi. L’intera comunità tuturanese, per qualche anno, si è prodigata, fornendoli di pasti caldi ogni giorno, fino a quando il loro numero non è aumentato a dismisura. Da quindici sono diventati ottanta. Ingestibili. Oggi sono di nuovo una quindicina e sono costretti a vivere nell’indigenza. Non sono sempre gli stessi, non sono coloro che hanno messo piede a Tuturano cinque anni fa. Nessuno, però, si occupa più di loro. Vivono accampati in quella che un tempo era una casa coloniale i cui appartamenti erano provvisti di servizi igienici, camere da letto, caminetti. Muniti di ogni comfort: riscaldamento, acqua, luce, gas e anche antenne di ultima generazione. “C’era anche Sky”, spiega in un italiano stentato il giovane Tkelt, 26 anni Eritreo, l’unico che ieri si è fatto intervistare e ha raccontato la sua storia. La storia di tutti i fuggitivi che hanno cercato protezione in Italia. Leggi l'articolo completo sull'edizione di Senzacolonne oggi in edicola

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