lunedì 8 agosto 2011

Le inutili lacrime di "coccodrillo" delle istituzioni

In tre mesi sono stati più di 2000 i morti nel mar Mediterraneo: erano persone in cerca di un futuro più dignitoso, di una libertà sognata da anni. Invece hanno trovato la morte spesso atroce, come quei migranti morti di stenti dopo 15 giorni di navigazione, o come quest'ultimi 25 morti asfissiati. Sono fatti dolorosi già per chi riceve queste notizie nefaste, possiamo immaginare che dolore immenso possano provare le loro famiglie. Non servono le lacrime di "circostanza" versate dalle istituzioni internazionali: serve un impegno concreto per estirpare dalla radice le cause di questo esodo dei profughi dall’Africa Sub Sahariana, come ad esempio l’equa distribuzione della ricchezza mondiale, che permetterebbe una vita dignitosa a tutti questi Africani in fuga dal paese di origine. Serve un impegno politico, economico da parte della comunità Internazionale per rendere vivibili molte regioni dell’Africa, sul piano economico, sanitario, dell'istruzione, dei diritti umani e civili.

La comunità internazionale cose mette in campo per cambiare le sorti di queste popolazioni schiacciate da dittature, carestia, povertà cronica ?

La cooperazione internazionale come sta affrontando l’emergenza, ma soprattutto cosa sta facendo per prevenire lo scatenarsi di situazioni che creano l'emergenza: le malattie endemiche, la disoccupazione, l'analfabetizzazione, la poca sicurezza alimentare, l’assenza delle cure mediche o poco accessibili per milioni di Africani.

A che serve fare discorsi retorici e lacrime di “coccodrillo”! Questo esodo di giovani e giovanissimi Africani sta impoverendo l’Africa: è la miglior energia del continente che lascia il paese. E' un danno enorme per il continente: quasi paragonabile alla tratta degli schiavi, che ha svuotato l'Africa della sua miglior gioventù costringendola a rimanere indietro di tre secoli.

Se il mondo realmente vuole aiutare l'Africa deve muoversi affinché sia fermata questa emorragia di giovani e di cervelli Africani, creando condizioni di libertà e di vita dignitosa nel continente; almeno mettere queste persone in condizione di poter creare loro stesse uno stato di vita dignitosa: realizzare nel proprio paese d'origine quella sorte che vengono a cercare in Europa.

La comunità Internazionale dovrebbe sostenere le popolazioni che stanno cercando la propria emancipazione, attraverso la conquista della libertà e della democrazia, elementi necessari per creare sviluppo e garantire e rispettare i diritti fondamentali per la vita dei popoli.

Quando sarà la primavera Africana? Speriamo che non si ripetano le scene viste durante la primavera Araba: una comunità Internazionale impreparata a sostenere i popoli che chiedono pane e libertà.

don Mussie Zerai
Presidente dell'Agenzia Habeshia
per la Cooperazione allo Sviluppo

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