martedì 17 gennaio 2012

TUNISIA: REINSEDIAMENTO DI MINORI NON ACCOMPAGNATI IN NORVEGIA


UNHCR

Briefing bisettimanale alla stampa

17 gennaio 2012
- TUNISIA: REINSEDIAMENTO DI MINORI NON ACCOMPAGNATI IN NORVEGIA
 
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TUNISIA: REINSEDIAMENTO DI MINORI NON ACCOMPAGNATI IN NORVEGIA
 
Sono partiti domenica dal campo per rifugiati di Shousha in Tunisia per la Norvegia, 33 minori non accompagnati nell’ambito del processo di reinsediamento.
 
Fanno parte di un gruppo più numeroso di 90 minori arrivati non accompagnati dalla Libia durante il 2011. Alcuni di loro erano già senza genitori quando sono arrivati in Libia; altri li hanno persi o se ne sono separati successivamente. La maggior parte di loro proviene dalla Somalia, dal Sudan, dall’Etiopia o dall’Eritrea.
 
Sono 3.400 i rifugiati che vivono a Shousha. Tra loro, i minori non accompagnati hanno potuto contare sull’aiuto di amici e parenti, oltre che sull’assistenza degli operatori umanitari locali e internazionali. Complessivamente - dei 90 minori - 39 sono stati reinsediati, principalmente in Norvegia, Svezia e Danimarca. Avevano creato forti legami tra loro e la partenza - per molti - è stata dolorosa. Così come per coloro che sono ancora in attesa di reinsediarsi.
 
Resta difficile la vita nel campo di Shousha, in un’area battuta dal vento ed esposta al freddo pungente. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le agenzie partner auspicano che possano essere trovate soluzioni rapide per i minori non accompagnati che si trovano ancora nel campo. E per gli altri rifugiati ancora in attesa di soluzioni alla loro condizione.
 
L’UNHCR nel campo fornisce assistenza, lavora con i minori e le loro comunità per stabilire l’interesse preminente di ogni minore, sostiene attivamente il reinsediamento e sottopone casi ai paesi di reinsediamento. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fornisce orientamento sensibile alle specificità dei minori e organizza il trasporto verso le nuove case.
 
Per la maggioranza dei rifugiati riconosciuti fuggiti dalla Libia verso la Tunisia e l’Egitto - secondo l’UNHCR - il reinsediamento costituisce l’unica opzione percorribile. I due paesi hanno consentito a centinaia di migliaia di migranti di soggiornare temporaneamente sul loro territorio prima di essere rimpatriati attraverso l’operazione congiunta UNHCR-OIM. Queste Agenzie hanno esortato gli stati - in particolare europei - a offrire un maggior numero di posti per il reinsediamento per i rifugiati che rimanevano alle frontiere di Egitto e Tunisia.
 
L’UNHCR ha completato le procedure di determinazione dello status di rifugiato per tutti i 2.500 richiedenti di Shousha: 2.200 di loro sono stati riconosciuti rifugiati. Insieme ad altre 800 persone che sono state riconosciute come rifugiati in Libia prima dei disordini del 2011, sono oltre 3.000 i rifugiati che dal campo di Shousha hanno sottoposto il loro caso per il reinsediamento.
 
A Saloum, poi, sul confine egiziano con la Libia, i casi di circa 1.400 persone - delle 1.830 presenti - sono stati proposti per il reinsediamento.
 
Le richieste di reinsediamento inviate da Shousha e Saloum sono state sottoposte e accettate da Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Stati Uniti. Più di recente Germania, Nuova Zelanda e Spagna si sono unite all’impegno per il reinsediamento, programmando l’invio di missioni di selezione nel campo di Shousha e a Saloum.
 
Decisioni rapide sulle richieste di reinsediamento. È ciò che l’UNHCR chiede ai paesi di reinsediamento. Attualmente solo un caso di rifugiati su 5 viene accettato e finora solo 1 rifugiato su 6 - 731 in totale - è effettivamente partito.
 
I centri di transito d’emergenza dell’UNHCR in Romania e Slovacchia stanno poi fornendo spazio aggiuntivo di fondamentale importanza per intervistare i rifugiati provenienti da Tunisia ed Egitto prima del reinsediamento, in particolare verso gli Stati Uniti e i Paesi Bassi.
 
In risposta all’esodo di cittadini di paesi terzi nei paesi limitrofi della Libia, l’UNHCR e l’OIM hanno lanciato un programma congiunto di evacuazione umanitaria attraverso il quale nel corso del 2011 circa 210.000 persone hanno fatto ritorno in patria.
 

Per ulteriori informazioni:
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Portavoce: Laura Boldrini -- 06 80212315 -- 335 5403194
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