venerdì 11 maggio 2012

Cattive acque


In questa puntata di Passpartù torniamo a navigare tra le onde del Mediterraneo. Dall’Adriatico, dove ragazzi giovanissimi continuano a perdere la vita nel tentativo di raggiungere i nostri porti, al canale di Sicilia, ancora una volta teatro di violazione dei diritti umani. In chiusura presenteremo un progetto che si propone di pattugliare questo mare, una flottiglia della solidarietà che salperà a luglio da Livorno e navigherà lungo le rotte dei migranti.

Il 3 maggio scorso un presidio di fronte al porto di Venezia è tornato a denunciare quello che accade ormai da anni in quel porto.  Quotidianamente decine di ragazzi nascosti nei traghetti in arrivo dalla Grecia vengono respinti indietro e troppo spesso alcuni di loro perdono la vita nel tentativo di aggirare i controlli di frontiera.  Le realtà presenti alla manifestazione, tra cui la rete Tuttidirittiumanipertutti, il centro sociale Rivolta e la rete Welcome, hanno denunciato l’illegalità di questi respingimenti, ribadendo la necessità di mettere fine a quella che ormai è diventata una prassi. Il presidio è avvenuto pochi giorni dopo la morte du un ragazzo afgano, Alì, di sedici anni, deceduto per soffocamento in un tir all’interno di un traghetto che dalla Grecia viaggiava verso l’Italia, l’ultimo di una lunga seire di vittime. Com’è possibile morire in questo modo? “Muoiono perchè esistono ancora i respingimenti, perchè prevale la fretta di rimandare inidietro le persone rispetto invece al principio di tutelare i loro diritti” ha detto Alessandra Sciurba, dell’Osservatorio veneziano contro le discriminazioni razziali.
Una rete di associazioni veneziane ha deciso di percorrere a ritroso il viaggio delle persone respinte per riuscire a dare loro la possibilità di difendere i propri diritti. Per questa ragione, Nel 2009 e nel 2010, una delegazione si è recata a Patrasso, dove ha raccolto le  storie dei migranti respinti. Questo lavoro è confluito in 35 ricorsi che hanno raggiunto la Corte Europea per i diritti umani, elaborati e firmati dagli avvocati Alessandra Ballerini e Luca Mandro. Palrallelamente l”Osservatorio veneziano contro le discriminazioni razziali ha realizzato uno studio, i cui risultati sono stati resi pubblici in questi giorni. Un dato tra tutti: tra dicembre e gennaio del 2010 sono stati intercettati 715 migranti, di questi 627 sono stati respinti, di questo solo 252 hanno avuto la possibilità di fare un colloquio con gli operatori del Cir presenti nel porto.

Dall’Adriatico passiamo al Canale di Sicilia. Torniamo a parlare della barca partita da Tripoli nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2011, l’imbarcazione aveva iniziato ad avere problemi poco tempo dopo la sua partenza e i passeggeri aveva chiesto soccorso, una nave non ancora identificata si era avvicinata e gli aveva dato acqua e biscotti, poi non si fece più niente per loro. Dei settantadue passeggeri che erano a bordo dello scafo, sessantatre morirono, tra cui due bambini. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha avviato un’indagine, i cui primi risultati sono stati resi pubblici il 29 marzo scorso, e Il 24 aprile scorso ha approvato una risoluzione mirata a fare si che i paesi europei si facciano responsabili delle morti di migranti che accadono ogni giorno nel Mediterraneo. Noi ne abbiamo parlato con don Mussie Zerai, dell’agenzia Habeshia, la prima persona ad avere ricevuto una telefonata dei passeggeri di quella barca. “Le indagini continueranno” spiega Zerai “e gli Stati devono collaborare dandoci tutte le informazioni necessarie, perchè questa vicenda è solo una punta dell’iceberg. Di questa storia infatti siamo a conoscenza perchè ci sono stati dei superstiti, ma quanti altri naufragi sono avvenuti con le stesse dinamiche di cui oggi non sappiamo nulla?”.
Intanto continuano i viaggi dalle coste nordafricane verso l’Italia e continuano i rimpatri collettivi. Il 3 maggio  scorso un gruppo di egiziani sbarcati nei pressi di Mazara del Vallo sono stati trattenuti per 24 ore e poi rimpatriati con un volo partito alle 5 del mattino da Palermo.
“Anche di fronte a numeri bassi di migranti in arrivo come quelli di quest’anno” spiega ai nostri microfoni Fulvio Vassallo Paleologo, dell’Asgi “l’Italia non riesce ad attivare un sistema d’accoglienza funzionante e continua a rimpatriare le persone senza prima attuare le identificaziioni necessarie, in barba alle convenzioni internazionali”.

In questa puntata di Passpartù parliamo anche di “Boats 4 people“, un progetto ideato da un cappello di organizzazioni internazionali che si propone di realizzare un “osservatorio galleggiante”, una flottiglia di solidarietà che salperà dalle coste italiane i primi di luglio e he per tre settimane pattuglierà le coste del Mediterraneo.

Ospiti della puntata: Alessandra Sciurba, Fulvio Vassallo Paleologo, Mussiè Zerai, Nestor Fabbri

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http://amisnet.org/agenzia/2012/05/10/passpartu-29-cattive-acque/


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