martedì 19 novembre 2013

Il traffico internazionale di esseri umani: Sinai e oltre

“Il traffico internazionale di esseri umani: Sinai e oltre”

Rapporto di Miriam van Reisen, Meron Estefanos e Conny Rijken

Camera dei Deputati, Sala del Refettorio (Palazzo San Macuto, via del Seminario 76)

11 dicembre 2013 ore 15,30

Relatori:
-          Miriam van Reisen, docente di scienze sociali all’università di Tilburg, direttrice dell’Europe External Policy Advisor (Eepa) di Bruxelles
-          Meron Estefanos, giornalista e co-fondatrice della Commissione internazionale dei rifugiati eritrei di Stoccolma
-          Alganesh Fissehaye, presidente Ong Ghandi
-          Don Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia, responsabile per la Pastorale per gli Eritrei ed Etiopi in Svizzera
 
Partecipa Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati

Introduce e coordina i lavori Emilio Ciarlo,
consigliere del viceministro degli Esteri con delega all’Africa sub sahariana e responsabile del Dipartimento internazionale del gruppo Pd alla Camera dei Deputati


Presentazione

Il rapporto è l’aggiornamento o, per meglio dire, il completamento di un precedente dossier elaborato dallo stesso team di studiosi e osservatori, che ha rivelato la terribile situazione in cui sono precipitati migliaia di giovani, uomini e donne i quali, perseguitati e costretti a fuggire dal proprio Paese, sono finiti preda di una rete criminale internazionale. Vengono quasi tutti dal Corno d’Africa: oltre il 90 per cento dall’Eritrea, gli altri dall’Etiopia, dalla Somalia o dal Sudan. Catturati durante il viaggio verso l’Europa o Israele oppure rapiti intorno o addirittura all’interno dei campi profughi in Sudan o in Etiopia, sono diventati “merce umana”: prigionieri da sfruttare, con riscatti di decine di migliaia di dollari a testa (le ultime richieste sono arrivate a 50 mila) come prezzo per riavere la libertà o la minaccia, in alternativa, di una vita da schiavi in vendita al miglior offerente, torture, morte.
Oltre ad ampliare il lavoro precedente descrivendo gli itinerari della disperazione che portano al Sinai e qual è la situazione nella regione a quasi due anni di distanza, la nuova inchiesta completa il quadro analizzando le risposte che danno a questo fenomeno le istituzioni e le “autorità” dei paesi africani che i profughi attraversano prima di arrivare nel Sinai o anche dopo, una volta che abbiano magari riconquistato in qualche modo la libertà, con particolare riferimento alle politiche adottate nei confronti dei rifugiati. Persino l’eventuale rilascio, infatti, non è risolutivo e il futuro di questi uomini e donne resta estremamente incerto: rischiano di essere di nuovo sequestrati, di essere arrestati nei paesi di transito, di subire altri ricatti e rimpatri forzati verso i paesi da cui sono fuggiti per sottrarsi a morte, carcere e persecuzione.
Condotta “sul campo”, con una larga messe di dati e racconti di numerosi testimoni-protagonisti dei fatti narrati, la ricerca mira in sostanza a dar voce alle vittime di questa tragedia, con un obiettivo: chiedere una diversa politica di accoglienza da parte dell’Unione Europea nei confronti dei rifugiati. Sono strettamente connessi, infatti, il problema del traffico internazionale di esseri umani e l’atteggiamento, le scelte, che l’Europa e i singoli stati nazionali adottano per i richiedenti asilo e i migranti. Affonda qui le radici anche la stessa recente strage di Lampedusa, che ha suscitato così vasta commozione e sensazione in tutto il mondo: le circa 400 vittime stavano fuggendo dal mondo descritto nel dossier, nella speranza di trovare rifugio in Europa.


Il rapporto, oltre che a Bruxelles, verrà presentato a Tel Aviv, al Cairo, ad Addis Abeba, a Londra, New York, Washington. Per l’Italia è previsto un secondo incontro a Lampedusa, simbolo della speranza per migliaia di profughi. 

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